| >>> DA TOPIC "ATTICO BASS-VAN DER WOODSEN" IN SEZIONE CASE
Bart Bass
CONVERSAZIONE TELEFONICA TRA CHUCK BASS E BART BASS
Chuck: Papà? Bart: Charles? Che succede? Sono in riunione... Chuck: Scusa, ma avrei un problema... Bart: Ti sei messo in qualche guaio, figliolo? Che hai combinato questa volta? Chuck: C'è una persona che sono alcuni giorni che mi perseguita...lei sostiene di conoscermi ma io sul serio non la conosco! Non l'ho mai incontrata in vita mia! E c'è di più: mi segue, mi spia...me la ritrovo dappertutto, sembra mi stia seguendo... Bart: ...il nome di questa persona? Chuck: Si fa chiamare Jennifer...Jennifer Warren Bart: Vediamo cosa si può fare...stai alla larga dai guai, Charles...mi raccomando di questo Chuck: Ok...questa volta non ho combinato nulla! Fammi sapere quando sai qualche cosa...
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Bart chiuse la telefonata. Tornò alla sua riunione. Era preoccupato per il figlio: continuava a dargli problemi e preoccupazione. Non sapeva più cosa fare con lui. Da qualche mese aveva pensato di fargli magari passare un anno in collegio, come aveva fatto già Serena l'anno prima, tornando pulita e molto più tranquilla ed educata. Forse poteva essere una soluzione anche per Chuck e il suo temperamento? Bart desiderava stargli vicino, ma aveva poco tempo: il lavoro assorbiva tutte le sue energie e le sue ore. Non riusciva quasi più a vedere sua moglie, figurarsi se poteva passare del tempo con il figlio. E poi, non l'aveva mai ammesso, ma ogni volta che lo vedeva gli tornava in mente sua moglie, la sua adorata moglie...la sua prima donna, l'unica che amava... Certo, ora amava anche Lily, non gli era mai capitato prima d'ora di incontrare una donna che lo facesse rinnamorare ancora dopo la scomparsa della sua prima moglie. Aveva sposato Lily solo per amore. Era stato il suo secondo amore, prima di lei nessun altra gli aveva fatto battere quel suo cuore che sembrava ormai freddo, di pietra. Ora si sentiva felice, ma quella donna in certi momenti gli mancava. Teneva una sua foto nascosta lì, nel suo ufficio, e anche nell'ufficio privato al suo attico. Non poteva di certo dimenticarla. Quel figlio l'avevano voluto veramente. Ma dopo la sua morte, l'ancor giovane Bart aveva cominciato a disinteressarsi di questo unico figlio, sembrava non contasse più niente per lui, anche se era solo apparenza. In realtà il piccolo Charles contava, eccome. Ma la ferita era troppo fresca, non riusciva a stargli vicino senza pensare a lei e alla sua prematura scomparsa, così tanto sofferta. Bart non aveva mai negato al figlio soldi, oggetti...qualsiasi cosa lui volesse l'aveva sempre ottenuta...aveva solo negato la sua presenza di padre. Ma ora Charles era cresciuto ed era un ragazzo dal temperamento quasi impossibile da gestire: viziato, capriccioso, vizioso... Rispecchiava sempre di più il temperamento ribelle della madre, Bart però non glielo disse mai. E anche se la ferita ormai era rimarginata seppur parzialmente da ben 18 anni, Bart ancora non riusciva a trovare del tempo per il figlio: continuava a vedere la sua prima moglie, quando lo guardava, le poche volte che lo incrociava o quelle in cui lo guardava negli occhi, seppur raramente. Ecco perchè evitava sempre più di incrociarlo. Tentava di tenerlo a freno, di insegnargli la disciplina, ma non troppo vicino: a distanza. Secondo lui Chuck non sentiva affatto questo distacco, non gli dispiaceva il fatto di non vedere il padre. Anzi, creava problemi solo per il gusto del proibito, del divertimento, non gliene fregava nulla di deludere suo padre, Bart Bass la pensava così su suo figlio. Erano pensieri un pò cupi, lo sapeva, ma aveva concluso che il figlio non aveva nessun rispetto per lui, lo detestava e faceva di tutto per contrariarlo, allo scopo di rendergli la vita difficile e chiacchierata, utilizzando mosse per metterlo sulla bocca di tutti data la fama del ricco padre.
Bart sospirò. Ora doveva occuparsi di quest'altro problema se non voleva essere oggetto di un altro scandalo. Gli scandali e i gossip del figlio alla fine andavano ad influenzare anche lui e i suoi affari. Telefonò al suo investigatore, quello più affidabile e privato. Gli spiegò la situazione, ciò che Chuck gli aveva riferito e gli chiese di indagare su questa persona per suo conto. Poi il suo pensiero volò a Lily. Chissà cosa stava facendo... Era contento che avesse accettato di andare a cena con lui quella sera, ed era contento anche dei "buoni propositi" della moglie per quella serata, dove di sicuro sarebbero stati soli solissimi in quel grande attico, dato che era sabato sera e i ragazzi sarebbero usciti come sempre. Sorrise, ma con un sorriso piatto, liscio. Non era capace di sorridere di più. Anzi, qualcuno giurava di non averlo addirittura mai visto sorridere. Esagerati. Continuò a sbrigare qualche faccenda, in attesa di tornare a casa per quel tardo pomeriggio. Quei due giorni li avrebbe dedicati a Lily, ormai aveva deciso.
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