Appartamento MacKenzie

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¤~Chuck Bass~¤
view post Posted on 27/11/2009, 21:11




:chuck:

Dylan ruppe quel silenzio.
Gli chiese cosa gli passava per la testa.
Continuò a fissare imperterrito il muro.
Una sensazione particolare lo investì violentemente: la sensazione che lo raggiungeva tutte le volte che aveva ottenuto qualcosa che aveva desiderato tanto, ma che oramai era qualcosa di già avvenuto e di conseguenza, appartenente al passato.
Era vero: Chuck Bass era quel tipo di ragazzo volubile che da una parte attrae e dall'altra spaventa e intimorisce.
Era abituato ad ottenere tutto e a non faticare mai troppo per ottenere qualcosa, quindi la volubilità, la noia e i vizi, erano assicurati in una condizione come la sua.
Dopo qualche istante, dopo che il silenzio si era nuovamente impadronito della situazione, senza nemmeno voltare la testa, rispose: "Nulla, non sto pensando semplicemente a nulla..." rispose, passivamente serio, mentre continuava a fissare il soffitto.
"Sono stanco" disse soltanto, dopo pochi secondi, senza ancora girarsi.
 
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Martha Stewart
view post Posted on 27/11/2009, 21:47




:dylan:
Il tono e l'atteggiamento assunto da Chuck la innervosirono.
Certo, non si era aspettata le coccole o cose del genere, ma quantomeno un pò di considerazione.
Si diede un certo contegno, e lasciò la mano del ragazzo.
Non disse nulla, lo osservò placidamente senza tradire alcuna emozione.
Si alzò, trascinandosi il lenzuolo, in modo da coprirsi, e recuperò i suoi indumenti.
Gettò il lenzuolo sul letto, e si rivestì.
Dopodichè, con la stessa calma di prima, si accese una sigaretta.
L'idea non le sembrava più tanto squallida.
Si accomodò sul letto, dando le spalle a Chuck, alla ricerca del posacenere.
"Effettivamente è tardi.." disse semplicemente, commentando la sua frase.
Non stava assumendo l'atteggiamento da ragazzina capricciosa, era semplicemente il suo modo di essere.
Quando qualcosa la infastidiva, tendeva a dimenticarla.
Come se non esistesse.

 
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¤~Chuck Bass~¤
view post Posted on 4/12/2009, 20:28




:chuck:

Notò che Dylan aveva avvertito il suo distacco.
Un pò gli dispiacque: Dylan era pur sempre la sua migliore amica, non una donna qualunque.
Mentre la ragazza si rivestì e si accese una sigaretta, cercò anche lui i propri indumenti, rivestendosi di tutto punto, così com'era arrivato lì circa un'ora prima.
Diede un'ultima occhiata al suo orologio da polso: ormai era quasi praticamente mattino.
Rimase seduto sul letto.
"Forse è meglio che vada" disse, alzandosi e dirigendosi verso lo specchio.
Rimane lì, in piedi, a rimirare la sua immagine.
Si sistemò il colletto della camicia e i risvolti della giacca scura firmata.
Si voltò verso Dylan.
"Forse non è stata la cosa più giusta da fare" commentò, riferendosi al fatto che erano appena stati a letto insieme.
Probabilmente avevano rovinato la loro amicizia, con quel semplice gesto dettato dall'impulso.
Dylan la pensava come lui?
"Mi dispiace, comunque" ammise, serio.
"Sei la mia migliore amica, ma io sono pur sempre un uomo e tu una donna...forse ho lasciato prevalere questo aspetto, e non ho fatto nulla per evitarlo" disse.
Si guardò allo specchio: aveva l'espressione stanca e si sentiva gli occhi pesanti, che bruciavano e davano fastidio.
 
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Martha Stewart
view post Posted on 5/12/2009, 16:45




:dylan:
Osservò pietrificata Chuck per qualche istante, giusto il tempo di finire la sigaretta e poi ciccare nel posacenere, lasciando che i lunghi capelli le coprissero il viso.
Si osservò i piedi, nudi.
Si stava autocontrollando immensamente, perchè per come era fatta, probabilmente avrebbe preso a schiaffi Chuck dopo la seconda frase che aveva pronunciato.
Si accese un'altra sigaretta e osservò l'orologio.
Era praticamente mattina.
Quel ragazzo era stato in grado di pronunciare tutte le frasi impronunciabili ad una ragazza subito dopo averci fatto sesso.
Mi dispiace, comunque...
Era una frase che non sopportava già normalmente, figuriamoci in una situazione del genere.
Pentirsi di quel che era successo era davvero deplorevole, ai suoi occhi.
Dimostrava poco carattere.
Avrebbe preferito a questo punto essere la sgualdrina di turno.
Almeno se ne sarebbe fatta in fretta una ragione.
"Buonanotte, Chuck..O dovrei dire buongiorno?" accennò un sorrisino amaro, e lo fissò negli occhi per un momento.
Lo sguardo che gli riservò non era decisamente dei migliori, considerato che sembrava che gli occhi di Dylan fiammeggiassero.
Tornò ad ignorarlo, girellando per la camera.
Andare a dormire le sembrava davvero uno spreco di tempo, a quel punto.
Ciccò l'altra sigaretta, e s'impose di non fumarne altre.
Prese una pillola per il mal di testa, che era solita prendere la mattina dopo una notte di eccessi, come quella che aveva appena vissuto.
Ne prese un'altra, e, avvicinandosi a Chuck disse freddamente "Tieni, funziona meglio di qualsiasi bibitone".
Dopodichè, se ne andò nella camera da bagno.
Che Chuck Bass se ne andasse pure al diavolo.
Aprì il rubinetto della vasca idromassaggio, in modo che si riempisse.
Si diresse poi verso lo specchio e, con accurata lentezza, prese a spazzolarsi i capelli.
Dire che si sentiva bene, era certo un eufemismo.
Avrebbe voluto tornare nella sua camera e urlare le peggio cose a Chuck, ma la sua dignità glielo stava impedendo con fermezza.
Chuck Bass aveva voluto ferirla? Era forse la sua vendetta per il pomeriggio precedente?
Bhè, ci era riuscito.
Ma lei non gli avrebbe mai dato la soddisfazione di palesare ciò che sentiva.
Si convinse che non meritava nemmeno il suo disprezzo, nè tantomeno la sua totale indifferenza.
Sarebbe stato troppo facile, perchè lui in tal modo si sarebbe liberato da quel senso di colpa che forse lo stava attanagliando.
Prese un respiro.
Prima o poi avrebbe dovuto dirgli qualcosa riguardo a quello che era successo, lo sapeva. Era purtroppo inevitabile.
Ma provò a non preoccuparsene, dopotutto lui l'aveva considerata l'ennesimo passatempo.
E in fondo aveva sempre saputo che per lui sarebbe stata solo quello.
Un passatempo che, una volta ottenuto nella sua totalità, aveva perso tutto l'interesse, lasciandogli solo un gran senso di colpa.
Un senso di colpa che sarebbe durato molto poco, conoscendo Chuck.
Era un vero attore, fingeva con le donne bene quasi come fingeva con sè stesso.
Poggiò con forza la spazzola in argento sul vasto piano in marmo che circondava il lavabo.
Tolse nuovamente gli abiti, con un brivido, e si immerse nella vasca piena d'acqua bollente.
Lasciò che l'acqua bagnasse i capelli, e s'immerse anche con il capo.
Restò così, in apnea, per circa un minuto.
Quando riemerse, si sentiva già meglio.
La corazza che aveva ingenuamente gettato via quella notte, si stava ricomponendo pezzo per pezzo.
Come era giusto che fosse, dopotutto.




 
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¤~Chuck Bass~¤
view post Posted on 8/12/2009, 12:43




:chuck:

Prima di chiudersi in bagno, Dylan gli mise in mano delle pillole che aveva appena preso.
Probabilmente erano pillole per il mal di testa o qualcosa del genere.
Rigirò la pastiglietta fra le mani.
Dopo un pò di esitazione, la mise in bocca e la mandò giù, senza nemmeno servirsi dell'acqua.
Si sentiva pensieroso.
E Dylan aveva dimostrato tutta la sua freddezza.
Conosceva Dylan: sapeva che si stava trattenendo.
Solo perchè si trattava di lui, non lo aveva insultato e cacciato.
Sapeva di occupare una posizione di favore nella sua vita.
Probabilmente non gradiva essere neanche salutata, per questo si era chiusa in bagno.
I segni che lanciava Dylan erano piuttosto chiari e lasciavano poco spazio all'immaginazione.
Decise di rispettare la sua volontà: diede un'ultima fugace occhiata alla porta chiusa del bagno, dopodichè si scrollò da tutti quei pensieri e andò verso il salotto.
Pescò la sua giacca dal divano e recuperò anche il cappotto.
Rimase per qualche istante ancora lì, imbambolato.
Dopodichè scosse la testa, e si diresse verso la porta d'entrata dell'appartamento.
Avrebbe provato a parlare con Dylan l'indomani.
Ora non gli sembrò davvero il caso.
Era sicuramente arrabbiata, ovvio.
Richiuse la porta alle sue spalle, si guardò intorno.
Scese le scale, arrivando al portone principale e poi in strada.
Rabbrividì nell'aria fredda e umida del primissimo mattino.
La sua limousine era ancora ferma lì davanti: il suo autista gli avrebbe di certo chiesto un salario più abbondante visto che nell'ultimo periodo faceva un sacco di straordinario, seguendolo in tutte le sue nottate.
Non se ne preoccupò: l'avrebbe fatto suo padre, come sempre.
Alzò lo sguardo verso l'appartamento di Dylan, nel frattempo si infilò nel retro della limousine, con pigra lentezza.
 
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¤~Chuck Bass~¤
view post Posted on 22/12/2009, 21:42




>>>> VAI A ATTICO BASS-VAN DER WOODSEN IN CASE
 
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Martha Stewart
view post Posted on 22/12/2009, 22:34




:dylan:
"Lo scandalo è un pettegolezzo reso noioso dalla moralità.." Dylan lesse ad alta voce questa frase, una citazione di Oscar Wilde che la sua copia de "Il ritratto di Dorian Gray" portava a piè pagina, in fondo al libro.
Dopo aver scacciato via dal suo corpo ogni minima impurità, esteriore ed interiore, si era dedicata alla lettura.
Rileggere i libri che più amava era una cosa che la calmava, e nulla era più rilassante di Dorian Gray.
Nessuno, guardandola, avrebbe mai detto che era una ragazza "intellettuale".
Era perspicace, intuitiva, furba.
Ma non sembrava intellettuale.
In effetti non lo era, le piaceva solo leggere, ma per i ragazzi dell'Upper East Side certo questa non era la migliore delle attività.
Il primato in quel campo lo aveva sicuramente il sesso.
E anche giustamente...
Pensò tra sè e sè la ragazza.
Era ancora incollerita con Chuck, oltre l'inverosimile, ma aveva cercato di trovare un risvolto positivo della situazione.
Finalmente non era più vergine, e alla fine era sempre così che si era immaginata la sua prima volta: una notte di passione, se così si poteva definite, nulla di più.
"Signorina Dylan, dovrebbe svegliar.." le parole di Barbara furono interrotte da un sorriso della ragazza.
"Ha dormito poco bene? Il fuso orario le ha dato filo da tocere? Ho sentito un gran baccano stanotte, in effetti..".
Dylan arrossì impercettibilmente.
"Si, non riuscivo a dormire, così ho visto un film, letto.." indicò allusiva il libro "..Mi dispiace averti infastidita, Barbara."
La domestica la esortò a vestirsi, posando delicatamente sul letto una divisa, prima di andare in cucina.
"Barbara..La mia moto è nel garage, giusto? Dovrebbe essere arrivata qui già da una settimana.." urlò Dylan contro la porta oramai chiusa.
Adorava le motociclette, le Vespe, o meglio, i bimotori in genere.
Si alzò, e, dopo essersi data una rinfrescata, si diresse verso la pila di abiti che la domestica le aveva preparato.
Era una semplice divisa, molto casta.
Dylan sorrise.
Un'uniforme?
Non era decisamente da lei.
Tenne per scrupolo la giacca, poi si diresse verso l'armadio, e si vestì.
Alla fine, era riuscita a mantenere un abbigliamento decoroso, simile all'uniforme, ma comunque più personale.
Tutti, nell'Upper East Side, mettevano la divisa a modo loro.
Chi la arricchiva con accessori, chi accorciava gli orli, chi apportava qualche cambiamento.
Insomma, ognuno di loro doveva sfoggiare la giusta tenuta da "persone per bene con almeno tre carte di credito".
Legò i capelli in due treccie basse, e si osservò allo specchio.
Le bastò poco trucco, aveva un viso talmente bello che truccarlo era quasi una punizione.
Si era preparata in poco tempo, aveva messo nella borsa anche la sua fedele copia di Dorian Gray, a cui avrebbe dedicato l'ora del pranzo, e si diresse verso la porta.
Dopo un breve saluto, scese nel garage.
Diede una rapida occhiata alla sua moto.
Una Harley color champagne, poco femminile, mastodontica.
Di gran classe, era da dire.
Soddisfatta, passò le mani sulla carrozzeria, poi passò ad analizzare la sua Vespa italiana, a marce, bianca, originale degli anni 50, rimessa a nuovo.
Un vero gioiellino.
Per qualche istante osservò i suoi mezzi di locomozione preferiti, indecisa.
Salì sulla moto, stando ben attenta a coprire le gambe, visto che aveva la gonna.
Non che le importasse più di tanto.
Dopotutto le sue compagne di scuola indossavano gonne inguinali.
Dando un'occhiata all'orologio, si accorse che era in terribile ritardo per la scuola.
Ma come era possibile?
Sbuffò.
L'impegno con Eleanor Waldorf era da rimandare.
Inviò un messaggio direttamente ad Eleanor, mentre con Blair avrebbe parlato dopo a scuola.
Sorrise al pensiero di Blair.
La sera prima c'era stato il primo incontro/scontro.
E oggi?
Con un gesto di stizza, scese dalla moto.
Non era dell'umore giusto per guidare, sarebbe andata a piedi.


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Edited by Martha Stewart - 23/12/2009, 22:03
 
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^Penelope Shafai^
view post Posted on 23/12/2009, 22:30




SMS VOCALE PER DYLAN DA PARTE DI ELANOR

CITAZIONE
Didi tesoro non preoccuparti,anche io questa mattina avevo da fare,quindi il nostro incotro è rimandato a dopo la scuola.Un bacio

 
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97 replies since 10/10/2009, 17:05   860 views
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