"Lo scandalo è un pettegolezzo reso noioso dalla moralità.." Dylan lesse ad alta voce questa frase, una citazione di Oscar Wilde che la sua copia de "Il ritratto di Dorian Gray" portava a piè pagina, in fondo al libro.
Dopo aver scacciato via dal suo corpo ogni minima impurità, esteriore ed interiore, si era dedicata alla lettura.
Rileggere i libri che più amava era una cosa che la calmava, e nulla era più rilassante di Dorian Gray.
Nessuno, guardandola, avrebbe mai detto che era una ragazza "intellettuale".
Era perspicace, intuitiva, furba.
Ma non sembrava intellettuale.
In effetti non lo era, le piaceva solo leggere, ma per i ragazzi dell'Upper East Side certo questa non era la migliore delle attività.
Il primato in quel campo lo aveva sicuramente il sesso.
E anche giustamente...Pensò tra sè e sè la ragazza.
Era ancora incollerita con Chuck, oltre l'inverosimile, ma aveva cercato di trovare un risvolto positivo della situazione.
Finalmente non era più vergine, e alla fine era sempre così che si era immaginata la sua prima volta: una notte di passione, se così si poteva definite, nulla di più.
"Signorina Dylan, dovrebbe svegliar.." le parole di Barbara furono interrotte da un sorriso della ragazza.
"Ha dormito poco bene? Il fuso orario le ha dato filo da tocere? Ho sentito un gran baccano stanotte, in effetti..".
Dylan arrossì impercettibilmente.
"Si, non riuscivo a dormire, così ho visto un film, letto.." indicò allusiva il libro
"..Mi dispiace averti infastidita, Barbara."La domestica la esortò a vestirsi, posando delicatamente sul letto una divisa, prima di andare in cucina.
"Barbara..La mia moto è nel garage, giusto? Dovrebbe essere arrivata qui già da una settimana.." urlò Dylan contro la porta oramai chiusa.
Adorava le motociclette, le Vespe, o meglio, i bimotori in genere.
Si alzò, e, dopo essersi data una rinfrescata, si diresse verso la pila di abiti che la domestica le aveva preparato.
Era una semplice divisa, molto casta.
Dylan sorrise.
Un'uniforme?
Non era decisamente da lei.
Tenne per scrupolo la giacca, poi si diresse verso l'armadio, e si vestì.
Alla fine, era riuscita a mantenere un abbigliamento decoroso, simile all'uniforme, ma comunque più personale.
Tutti, nell'Upper East Side, mettevano la divisa a modo loro.
Chi la arricchiva con accessori, chi accorciava gli orli, chi apportava qualche cambiamento.
Insomma, ognuno di loro doveva sfoggiare la giusta tenuta da "persone per bene con almeno tre carte di credito".
Legò i capelli in due treccie basse, e si osservò allo specchio.
Le bastò poco trucco, aveva un viso talmente bello che truccarlo era quasi una punizione.
Si era preparata in poco tempo, aveva messo nella borsa anche la sua fedele copia di Dorian Gray, a cui avrebbe dedicato l'ora del pranzo, e si diresse verso la porta.
Dopo un breve saluto, scese nel garage.
Diede una rapida occhiata alla sua moto.
Una Harley color champagne, poco femminile, mastodontica.
Di gran classe, era da dire.
Soddisfatta, passò le mani sulla carrozzeria, poi passò ad analizzare la sua Vespa italiana, a marce, bianca, originale degli anni 50, rimessa a nuovo.
Un vero gioiellino.
Per qualche istante osservò i suoi mezzi di locomozione preferiti, indecisa.
Salì sulla moto, stando ben attenta a coprire le gambe, visto che aveva la gonna.
Non che le importasse più di tanto.
Dopotutto le sue compagne di scuola indossavano gonne inguinali.
Dando un'occhiata all'orologio, si accorse che era in terribile ritardo per la scuola.
Ma come era possibile?
Sbuffò.
L'impegno con Eleanor Waldorf era da rimandare.
Inviò un messaggio direttamente ad Eleanor, mentre con Blair avrebbe parlato dopo a scuola.
Sorrise al pensiero di Blair.
La sera prima c'era stato il primo incontro/scontro.
E oggi?
Con un gesto di stizza, scese dalla moto.
Non era dell'umore giusto per guidare, sarebbe andata a piedi.
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